Il futuro del lavoro nell’era del Covid. Cosa ci aspetta nei prossimi mesi?

Alla luce delle notevoli incertezze, i settori di tutto il mondo stanno prendendo in considerazione il futuro del lavoro nell’era della pandemia. Via via che le aziende iniziano a pianificare i prossimi mesi e anni, e capire cosa gli aspetta.

Il sondaggio The Future of Work, una nuova ricerca globale commissionata da Xerox, è stato realizzato per scoprire come i responsabili IT stiano affrontando queste importanti problematiche in un ambiente in costante evoluzione. Sono stati intervistati 600 leader IT operanti presso aziende con più di 500 dipendenti in decine di settori, inclusi servizi aziendali e professionali, retail, sanità, servizi finanziari, viaggi e ospitalità.

RITORNO A FASI
Quasi la metà degli intervistati (49%) adotterà un approccio a fasi, o scaglionato, per il ritorno dei dipendenti agli spazi condivisi e ritiene che la sicurezza sia il fattore chiave per la determinazione delle tempistiche. Un ulteriore 32% ha affermato di voler prendere in esame il proprio approccio al lavoro in ufficio e di voler mettere alla prova l’opzione che consentirebbe ad alcuni dipendenti di lavorare da casa a tempo indeterminato. All’inizio della crisi, il 72% degli intervistati non era completamente pronto, dal punto di vista tecnologico, ad affrontare la transizione verso il lavoro distribuito da remoto. Si prevede che l’82% dei dipendenti delle aziende intervistate torni a lavorare in ufficio nei prossimi 12-18 mesi. I settori che dipendono dalle interazioni personali o dal lavoro pratico, ad esempio sanità, edilizia, distribuzione, trasporti e settore immobiliare, sembrano essere più ottimisti e prevedono di riprendere le normali attività ancor più velocemente.

INNOVAZIONE FUTURA
Se i dipendenti continueranno a essere distribuiti tra casa e ufficio nel prossimo futuro, come cambieranno gli investimenti aziendali a livello di tecnologia e altri strumenti? Il 56% degli intervistati sta aumentando i budget destinati alla tecnologia in previsione dei nuovi requisiti legati al lavoro totalmente remoto o ibrido. Il 34% sta pianificando attivamente l’accelerazione della trasformazione digitale, un ulteriore segnale dell’effetto galvanizzante della pandemia sulle aziende, ora più interessate a raggiungere immediatamente questi obiettivi di cui si discute da molto tempo. L’85% dei leader aziendali ha sentito la mancanza delle stampanti aziendali, così come della loro facilità d’uso. Gli intervistati negli Stati Uniti sono quelli che ne hanno sentito maggiormente la mancanza (93%), con percentuali simili in Germania (92%) e Francia (91%).

BUDGET
Per sua vera natura, la pandemia ha generato reazioni immediate da parte delle aziende, obbligandole a mettere in atto in modo rapido dei piani ben ponderati e ad intraprendere azioni in grado di adattarsi a questo mondo in evoluzione. Il 56% di tutte le aziende intervistate aumenterà il budget destinato alle risorse tecnologiche a causa della pandemia. Per ciò che riguarda le tecnologie specifiche, il 65% darà la priorità al software basato su cloud, mentre il 63% al supporto IT remoto. Il software di collaborazione, indispensabile per la collaborazione dei team e per la produttività, si trova al terzo posto (52%). Si tratta in tutti i casi di risorse essenziali per supportare, attraverso la tecnologia, chi lavora da casa.

Le aziende comprendono che, in questo mondo colpito dal COVID, sono necessari alcuni investimenti tecnologici in grado di rendere gli ambienti di lavoro remoto più stabili e sostenibili.

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